Fare comunità attorno ad interessi comuni, condividere progetti, vivere insieme uno spazio comune, favorire innovazione sociale.
Queste sono le parole chiave che identificano da qualche tempo un modo diverso di lavorare, da quando il lavoro tradizionale e dipendente sta cedendo il posto al lavoro autonomo, quindi più flessibile e che consente di spostarsi e di poter lavorare da qualsiasi luogo. Sono nati così i coworking e i coliving, veri e propri luoghi condivisi, spesso ricavati in case che assumono la funzione di aggregare persone attorno ad obiettivi comuni, condividendo progetti, passioni e visioni. Il primo vantaggio è senz’altro quello di non doversi isolare tra le mura di un ufficio o di casa propria, ma di poter utilizzare una scrivania in uno spazio condiviso abbassando nettamente i costi materiali (affitto, utenze, ecc.), ma anche e soprattutto morali, in quanto l’isolamento spesso influisce sulla propria produttività.
Il fenomeno sta prendendo piede anche al sud. Il primo esempio ci viene da Matera, dove Casa Netural è una casa che aggrega persone da tutto il mondo, in cui ispirarsi, rigenerarsi e concretizzare le proprie idee attorno ai temi dell’innovazione sociale, culturale e creativa. Ospita al suo interno uno spazio di coworking, di coliving e un incubatore di imprese culturali e creative. Fondata nel 2012, Casa Netural risiede in un quartiere popolare storico. In essa la community può avviare collaborazioni e progetti condivisi, con innovatori sociali da tutto il mondo, che grazie al progetto di Co-living vengono ospitati nello spazio, dove vivono e lavorano ma soprattutto incontrano la popolazione locale e provano a immaginare assieme futuri possibili per il territorio.
Nel 2017 lancia il progetto Incubatore Netural, un percorso formativo per rendere sostenibili le imprese culturali e creative, grazie all’esperienza maturata dal team e al supporto di una grande rete di mentor internazionali.
Co insieme working lavorando: non può ridursi alla semplice definizione di uffici in comune. Non è solo il precariato che sta producendo un nuovo modello di economia, frutto della destrutturazione del mondo del lavoro; il coworking è l’alveo naturale in cui far nascere e crescere la propria start up; è lo spazio dove si condividono il lavoro e le idee in un melting-pot lavorativo.
In Calabria il primo spazio di coworking è rappresentato dal Talent Garden, un network globale di comunità digitali che connettono, supportano ed accelerano l’innovazione digitale. Il Tag oggi ha sede a Rende presso il quartiere residenziale dell’Università della Calabria ed è il punto di riferimento per quanti siano interessati ad accrescere le proprie competenze nel settore digitale, ma è anche un luogo di eventi su tematiche dell’innovazione sociale. Altre interessanti realtà sono rappresentate da Interazioni Creative e Home for Creativity. Interazioni Creative nasce a Cosenza con l’intento di condividere opinioni e progetti, incontrarsi e creare lavoro. Lo spazio è a disposizione di artisti, creativi e professionisti, che desiderano utilizzarlo per progetti e attività o per esprimere il proprio talento. Home for Creativity nasce a Montalto Uffugo come coliving in una residenza condivisa creativa per abitare e lavorare nello stesso luogo, a contatto con altri professionisti, in un contesto rilassante e immerso nella natura. Da segnalare anche la residenza artistica a Belmonte Calabro, con il progetto “RISIEDI” all’Ex Convento, pensandolo come luogo ideale per artisti e creativi, dotato delle condizioni giuste per progettare e produrre in un ambiente tranquillo e stimolante, dove impera la bellezza, dove far circolare idee, metterle a confronto, creare occasioni di dialogo con la comunità dei creativi locali e non solo. Lo abbiamo raccontato in queste pagine fare dei margini rifugi d’aria.
Quali sono i vantaggi derivanti dalla creazione di spazi di condivisione nei nostri territori? Quanto sarebbero utili all’interno di borghi e paesi, al fine di favorire l’incontro, la crescita culturale attiva e l’innovazione sociale proprio lì dove ce n’è più bisogno?
Se una delle criticità più condivise del vivere nei paesi è il senso d’isolamento, la mancanza di opportunità formative e di crescita professionale, sociale e culturale con conseguente depressione lavorativa e psicologica, ritengo che la nascita di spazi di coworking e coliving è propedeutico all’innalzamento della qualità della vita nei borghi e nelle aree interne. Dove, per qualità della vita si intende opportunità sociali, culturali e professionali e la possibilità di portare competenze e innovazione dove spesso mancano. Con l’augurio che tali iniziative possano diffondersi anche e soprattutto nei nostri paesi, per il momento non resta che essere connessi il più possibile alla rete e andare incontro a queste opportunità. A tal proposito è utile segnalare l’uscita di alcuni bandi volti a favorire il riutilizzo di spazi pubblici inutilizzati come Culturability, che ha l’obiettivo di rigenerare spazi da condividere e nei paesi numerosissimi sono i luoghi pubblici sottoutilizzati o inutilizzati. Segnalo anche il prossimo corso che si terrà a Matera a Casa Netural, “Disegnare progetti culturali con le comunità”, per quanti si occupano di sviluppo locale e realizzazione di eventi. Il corso prevede l’utilizzo di strumenti atti ad abilitare e a responsabilizzare i cittadini locali a impegnarsi in un processo di co-design e di co-delivery delle attività artistiche e culturali nella propria comunità, con l’intenzione di migliorarne la qualità della vita; oltre ad alcune metodologie di progettazione per l’analisi e la misurazione dell’impatto di progetti culturali con finalità sociali. Anche BorgoSlow, nato ad Ottobre dello scorso anno, è impegnato nella creazione di una community su un modello condiviso di vivibilità dei borghi. Il nostro sogno è presidiare i borghi e i paesi con luoghi fisici in cui condividere visioni e progettualità comuni.
Quindi, gli esempi e le opportunità non mancano, non resta che aprirsi al futuro: la condivisione!