L’Albergo Diffuso è parte di una teoria dello sviluppo turistico dei territori e di una filosofia dell’accoglienza che si oppone a quella dello standard (ancora dominante nel mondo dell’ospitalità).
Concetti come “ospite”, “sostenibilità”, “comunità viva”, “stile di vita di un borgo”, residente temporaneo, autenticità, territorio, accoglienza…, non solo sono fondamentali, ma hanno un’ accezione particolare nel modo in cui si affronta il turismo nei borghi e nei centri storici..
L’Albergo Diffuso è “albergo che non si costruisce”, “vicoli del borgo che diventano corridoi”, “coinvolgimento dei residenti”, il concetto di albergo come presidio sociale, la richiesta a tutti i giornalisti esteri di non tradurre il nome, intendono rimarcare una filosofia diversa e distinta da tutte le altre forme di ospitalità (B&B, hotel, case vacanza, villaggi turistici, agriturismo).
Ma perché scegliere di realizzare un albergo diffuso piuttosto che un villaggio turistico o un hotel; e perché realizzarlo come progetto complessivo di riattivazione di un borgo?
La filosofia dell’AD è la filosofia dello sviluppo orizzontale che riguarda una famiglia di prodotti: dall’ospitalità diffusa al pranzo diffuso e che riguarda più in generale la vita nei borghi.
Come ha scritto Giancarlo Dall’Ara nel manuale dell’albergo diffuso, l’AD è un’ avventura tutta italiana, che ripropone la cultura dell’accoglienza del nostro paese, e lo stile di vita “orizzontale”, cioè relazionale e comunitario che caratterizza i borghi italiani; l’hotel tradizionale invece ha una storia diversa, e propone lo stile di vita “verticale”, e anche quello della “civiltà della fretta”, che caratterizza le grandi città di tutto il mondo.
Ma diamo uno sguardo alla realtà calabrese e vediamo quali sono gli Alberghi diffusi in essere e quali stanno per nascere.
Uno dei primi è senz’altro quello nato circa 10 anni fa nel borgo di Morano Calabro in provincia di Cosenza per volontà di Nicola e Ottavia, lui ingegnere e lei architetto. “Le case del Nibbio” si sviluppano attorno alle mura del Castello in cima al borgo e nascono dal recupero conservativo di alcune case abbandonate con l’intento di creare un racconto del territorio attraverso i materiali e oggetti artigianali e gli arredi che caratterizzano ciascun alloggio. Lo abbiamo raccontato qui Le Case del Nibbio.
Ecco che il soggiorno diventa esperienza e la relazione con il gestore e la comunità, la sua storia e la sua ispirazione diventano parte integrante del soggiorno stesso.
L’aspetto senz’altro interessante è che un Albergo Diffuso per sua natura sviluppa in maniera organica una filosofia dell’accoglienza che lo distingue da tutti gli altri proprio per il fatto di ispirarsi al territorio in cui nasce. Infatti, non può esistere un AD uguale all’ altro. Ognuno ha la sua fisionomia, le sue caratteristiche e il suo racconto, poiché ogni territorio è diverso e la sua storia, ma anche la sua visione proiettata al futuro, ne è l’ispirazione.
Un altro AD, “BorgodiFiume“, di più recente realizzazione nasce invece nel borgo di Fiumefreddo Bruzio, oggi abitato da un centinaio di persone e che soffre l’assenza di servizi essenziali, trasferiti nella parte nuova sulla costa tirrenica ad un paio di chilometri. Ma il borgo di Fiumefreddo, ricco com’è di storia e di bellezza ispira un oncologo, Raffaele Leuzzi che sceglie una residenza e alcune case per avviare un progetto organico di riattivazione del borgo che parte dal recupero conservativo e dal cibo buono per la salute e per l’ambiente, realizzando un’osteria con l’orto. Lo abbiamo raccontato qui BorgodiFiume come modello di vivibilità dei borghi.
Un altro AD “EcoBelmonte” è stato realizzato a Belmonte Calabro, sempre sul Tirreno a pochi chilometri da Fiumefreddo Bruzio, a partire dal quale si stanno intrecciando altre iniziative di riattivazione e di rigenerazione urbana contro lo spopolamento con la London University.
Abbiamo notizia anche di un altro AD “BorgodeiGreci” realizzato a Buonvicino in provincia di Cs e la sua promessa recita così “Un paese, quello che ti serve per sentirti a casa lontano da casa” e ci risulta essere il primo albergo diffuso del Parco Nazionale del Pollino.
Le iniziative citate sono tutte private e non hanno previsto l’utilizzo di fondi pubblici, tuttavia, ancora assenti nella nostra regione. Ma la legge “Salvaborghi” e la “Strategia Nazionale delle Aree interne” dovrebbero ovviare a questa mancanza dedicando risorse specifiche anche alla realizzazione di Alberghi Diffusi.
Nell’attesa che i fondi vengano stanziati, è bene per i Comuni che intendano intraprendere il percorso dell’Albergo Diffuso, preparare un progetto di massima oppure iniziare con il recupero di un edificio da destinare a residenza principale. A tal proposito è in corso il progetto “Culturability” che destina 450mila euro per dare nuova vita a spazi abbandonati ed edifici nuovi, attraverso una convenzione tra il privato o l’ente proprietario e l’associazione o organismo del terzo settore che intende proporne un progetto di riuso e gestione.
Ci hanno comunicato l’interesse alla realizzazione di un AD, l’Amministrazione comunale del borgo di Petrizzi in provincia di Catanzaro e il Comune di Rende che intende realizzarlo nel centro storico. Ci auguriamo che le iniziative e l’interesse possano continuare a crescere con la consapevolezza che la bellezza salverà i nostri borghi se noi salveremo la bellezza.